26/02/14

Border crossing

Scorci rubati al nostro ultimo passaggio di confine tra Laos e Thailandia: il Mekong
Ora che anche l'ultimo passaggio di confine (detto in inglese Border crossing) è stato fatto posso finalmente parlarvene con più obiettività e percezione d'insieme. I nostri sono stati in ordine cronologico:

THAILANDIA-CAMBOGIA 
CAMBOGIA-VIETNAM
VIETNAM-LAOS
LAOS-THAILANDIA

Quando si passa un confine è sempre una fase critica, tra visti, permessi, terre di mezzo e incomunicabilità. Spesso il passaggio di confine avviene dopo un lungo tragitto in bus o barca e prevedere un altrettanto lunghissimo tragitto per raggiungere una qualunque forma di centro abitato che preveda una alloggio per noi stranieri (fragan in lingua thai), e questo certo non aiuta a facilitare le cose. Tanto per darvi un'idea ecco i nostri passaggi di confine con numero di ore e mezzi di trasporto impiegati dall'origine a destinazione.

THAI-CAMB: 15ore minivan-piedi-bus-bus-tuktuk
CAMB-VIET: 20ore barca-tuktuk-motorino-bus-bus
VIET-LAOS:  22ore minivan-sleepingbus
LAOS-THAI: 3giorni tuktuk-barca/barca-piedi/tuktuk-bus-pickup-minivan-piedi

Spesso si viene sballotati da un bus all'altro da persone che fanno gli autisti di lavoro, e ai quali non è indispensabile sapere l'inglese, e ora, sicura nella nostra posizione di non doverne più affrontare vi posso dire che alla fine sono cose che ti formano e che in qualche modo tirano fuori la tua vera natura. Tante ore sedute, a non poter fare molto vista la condizione delle strade ti portano a riflettere su tante cose e a vivere questi momenti come l'essenza vera del viaggio. 
Se dovessi classificare dal migliore al peggiore i nostri passaggi di confine direi:

1) LAOS-THAILANDIA: i due giorni in barca e il magnifico panorama hanno reso tutto più facile. Poi il confine in realtà consisteva dell'attraversare un ponte, di nuovissima costruzione, pulito e poco affollato.
2) VIETNAM-LAOS: il bus è stato una sofferenza, io nemmeno potevo restare seduta perchè il soffitto era troppo basso, ma il confine è stato tranquillo e gli agenti molto cortesi. Emozionante vedere questi giganteschi camion diretti in Vietnam carichi di legname e rami fioriti.
3) CAMBOGIA-VIETNAM: a causa dei lavori del nuovo casinò la zona è parecchio abbandonata, ma tra l'uscita da un Paese e l'entrata dell'altro ci siamo fatti un divertentissimo giro in motorino. Nessuna attesa. La cosa strana è stato la misurazione della temperatura corporea tramite il palmo della mano.
4) THAILANDIA-CAMBOGIA: il peggiore in assoluto, il bus non era quello prenotato e ci siamo dovuti fare almeno un paio di chilometri a piedi passando come clandestini tra un fosso di immondizia e mendicanti. Abbiamo aspettato ore per uscire dalla Thailandia e poi altrettanto per entrare in Cambogia vedendone davvero di tutti i colori, uomini che trainavano carretti così grandi e carichi di roba che stentiamo ancora a credere che potessero farcela o persone vicino agli sportelli del bancomat apparentemente senza motivo ma con la chiara intenzione di aspettare il "momento giusto".

Ad un occhio attento non sarà sfuggito che l'ordine di preferenza è esattamente l'opposto di quello di cronologico, forse è un caso o forse siamo noi che abbiamo capito come funziona e abbiamo imparato ad adattarci a quello che succede, godendo i momenti di attesa e attivandoci nei momenti di azione. Ho letto da qualche parte che "le cose non diventano più semplici, ma si diventa semplicemente più bravi a farle", magari stavano parlando proprio di noi e dei nostri passaggi di confine.


Walk with us,
Anna

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